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venerdì, agosto 28, 2009
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I sette principi del Bushidō
義, Gi: Onestà e Giustizia
Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell'onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
勇, Yu: Eroico Coraggio
Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L'eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.
仁, Jin: Compassione
L'intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. È diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d'aiuto ai propri simili e se l'opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una.
礼, Rei: Gentile Cortesia
I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini.
誠, Makoto o 信, Shin: Completa Sincerità
Quando un Samurai esprime l'intenzione di compiere un'azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l'intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di "dare la parola" né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.
名誉, Meiyo: Onore
Vi è un solo giudice dell'onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso.
忠義, Chugi: Dovere e Lealtà
Per il Samurai compiere un'azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.

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venerdì, agosto 21, 2009
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Il Bushidō (giapp. 武士道, la via del guerriero) è un codice di condotta e un modo di vita, analogo al concetto europeo di Cavalleria, adottato dai guerrieri giapponesi. In esso sono raccolte le norme di disciplina, militari e morali che presero forma in Giappone durante gli shogunati di Kamakura (1185-1333) e Muromachi (1336-1573), e che furono formalmente definite ed applicate nel periodo Tokugawa (1603 - 1867).
Ispirato ai principi del buddhismo e del confucianesimo adattati alla casta dei guerrieri, il Bushidō esigeva il rispetto dei valori di onestà, lealtà, giustizia, pietà, dovere e onore che dovevano essere perseguiti fino alla morte. Il venir meno a questi principi causava il disonore del guerriero, che espiava commettendo il seppuku, il suicidio rituale.
Successivamente alla Restaurazione Meiji (1866), il Bushidō ebbe come punto fondante il rispetto assoluto dell'autorità dell'imperatore e divenne uno dei capisaldi del nazionalismo giapponese. Uno dei principi del Bushidō, l'assoluto disprezzo per il nemico che si arrende, fu la causa dei trattamenti brutali e denigranti a cui i giapponesi sottoposero i prigionieri nel corso della seconda guerra mondiale, mentre la ricerca della morte onorevole in battaglia, fu la molla che spinse molti kamikaze al sacrificio.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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L'Associazione Bushido Karate Do tiene corsi di karate per adulti e bambini presso il Ginnasio sportivo in viale delle Libertà (viale della stazione) a Forlì. Gli orari verranno pubblicati prossimamente.

Il sito dell'associazione è http://www.bkd-fo.net visitatelo!
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Segnaliamo a tutti il sito degli amici dell'Associazione Karate Do Shotokai Bologna che, in collaborazione col CUSB (Centro Universitario Sportivo Bolognese), organizza corsi di Karate a Bologna, presso la palestra scolastica «Irnerio» di via Finelli.

L'indirizzo del sito è: http://karatebologna.altervista.org
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venerdì, agosto 14, 2009
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Il Karate è un'arte marziale a mani nude sviluppatasi nel corso dei secoli nell'isola di Okinawa nell'arcipelago delle Ryu Kyu ed originata dalla fusione tra metodi di combattimento nati nell'isola e tecniche similari di origine cinese. Le sue radici si fanno risalire all'ormai famoso tempio di Shaolin (frequenti furono infatti i contatti con la Cina di cui Okinawa era un protettorato ed in particolare con la vicina regione del Fukien).

Questo metodo di combattimento, basato su colpi di pugno e di mano diretti e circolari, calci, proiezioni ed immobilizzazioni, era inizialmente finalizzato all'autodifesa contro le aggressioni dei briganti e dei militari degli eserciti di occupazione, prima cinesi e poi giapponesi, che avevano proibito agli isolani il possesso di qualsiasi arma. Nacquero numerosi stili di Okinawa-Te o To-De (termini utilizzati per individuare quello che oggi chiamiamo Karate-dō) e presero il nome dei villaggi in cui furono creati: Shuri-Te, Naha-Te, Tomari-Te, ecc...

Un maestro di Okinawa, Gichin Funakoshi, per primo presentò e divulgò il Karate in Giappone con dimostrazioni nelle principali città dell'arcipelago seguito da altri maestri che nel frattempo avevano lasciato l'isola di Okinawa con lo stesso scopo.

In questo periodo il Karate, integrandosi con il Budō giapponese, divenne Karate-dō (Via del Karate) trasformandosi da metodo di combattimento esclusivamente utilitaristico in «Dō» cioè «Via» di sviluppo fisico e spirituale.

Il termine Karate-dō è scritto ricorrendo a tre kanji (ideogrammi), il primo, Kara, significa vuoto, il secondo Te significa mano ed il terzo dō significa Via.

Il kanji kara può essere interpretato in due modi. La prima e più conosciuta definizione (anche se è la meno sottile) ricorda che, attraverso la pratica del Karate vengono studiate tecniche di autodifesa senza uso di armi che non siano mani, piedi ed altre parti del corpo umano.

La seconda definizione rispecchia la filosofia delle arti marziali e della spiritualità orientale bene espressa dalle parole del M° Gichin Funakoshi: «Come la superficie lucida di uno specchio riflette tutto ciò che le sta davanti ed una valle silenziosa riporta ogni più piccolo suono, così il praticante di Karate deve rendere il proprio spirito vuoto da ogni egoismo e malvagità in uno sforzo per reagire convenientemente dinnanzi a tutto ciò che può incontrare. Questo è il significato del termine Kara, o vuoto, in Karate».

© Marco Forti
riprodotto con il consenso esplicito dell'autore