0
I Quarantasette Rōnin vengono accolti fuori dal palazzo di Matsudaira-no-Kami.
I Quarantasette Rōnin erano un gruppo di samurai al servizio di Asano Naganori, rimasti senza padrone (e quindi divenuti rōnin), dopo che il loro daimyō venne costretto a commettere seppuku (il suicidio rituale giapponese) per aver assalito il maestro di protocollo dello Shogun, Kira Yoshinaka, che lo aveva insultato.
Gli uomini di Asano, dopo aver atteso oltre un anno pianificando l'attacco, lo vendicarono uccidendo il cortigiano e tutti i suoi discendenti maschi. Nonostante avessero seguito i precetti del bushidō vendicando il loro padrone e la loro impresa fosse stata vista con forte approvazione dai nobili di corte, 46 dei 47 rōnin vennero a loro volta obbligati a commettere seppuku per aver sfidato l'autorità imperiale. Il più giovane di loro, Terasaka Kichiemon, invece ricevette l'ordine di rimanere in vita per continuare a fare con regolarità le offerte in favore degli spiriti degli altri condannati, poiché solo uno dei 47 ronin era abbastanza valoroso da essere degno di farlo.
La vicenda che si è svolta intorno al 1701, ha ispirato un gran numero di racconti e rappresentazioni di teatro Kabuki, la più nota delle quali è il Chushingura. Gli uomini di Asano divennero eroi popolari, incarnando lo spirito del bushidō e furono in ogni tempo oggetto di un vero e proprio culto. Poiché la parola rōnin ha, nel linguaggio comune, una valenza spregiativa, i protagonisti della vicenda sono designati come "Quarantasette gishi (uomini retti)".
Il loro leader, Oishi Kuranosuke, è rappresentato da una statua bronzea posta nel 1921 all'entrata del tempio Sengakuji di Tokyo, cioè nel luogo in cui si compì il loro destino e in cui si trovano le loro tombe.
Ogni anno sulla tomba i giapponesi arrivano da tutta la nazione per deporre dei fiori in ricordo del loro eroico sacrificio. Grazie al cinema, teatro e letteratura questa vicenda è diventata popolare in tutto il mondo, caratterizzando in se stessa il vero spirito del bushido (un'interpretazione in chiave moderna è il film Ronin, con R.De Niro)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
0
sabato, ottobre 17, 2009
Etichette: ,

Acquisisci nuove conoscenze mentre rifletti sulle vecchie, e forse potrai insegnare ad altri.

Confucio
0
venerdì, ottobre 09, 2009
Etichette: ,

Yamamoto Tsunetomo noto anche con il nome buddhista Yamamoto Jōchō (山本 常朝, Yamamoto Jōchō?) (12 giugno 16591721) è stato un militare e filosofo giapponese.
Era un samurai della prefettura di Saga nella provincia di Hizen (Kyūshū) che serviva Mitsushige Nabeshima, al cui servizio era entrato all'età di soli 9 anni. A vent'anni conobbe prima Tannen, un monaco Zen che aveva lasciato il tempio locale in segno di protesta per la condanna di un altro monaco, e Ishida Ittei, un letterato confuciano consigliere di Nabeshima esiliato per più di 8 anni per essersi opposto alla decisione di un daimyō.
Quando il suo patrono morì nel 1700, non scelse il junshi (accompagnare il signore nella morte eseguendo il seppuku) perché Nabeshima aveva mostrato di condannare la pratica quando era in vita e voleva seguirne la volontà. Dopo alcuni screzi con il successore di Nabeshima, Yamamoto decise di prendere i voti buddhisti con il nome Jōchō e di ritirarsi in un eremo sulle montagne.
Ormai vecchio, tra il 1709 e 1716 raccontò i suoi pensieri a un altro samurai, Tsuramoto Tashiro; molti di questi riguardavano il padre e il nonno del suo patrono, il bushidō e la decadenza della casta samurai nel pacifico periodo Edo. Tashiro non pubblicò il contenuto delle conversazioni avute con Tsunetomo che molti anni più tardi, con il nome collettivo di Hagakure (葉隱 o 葉隠, Hagakure? "All'ombra delle foglie").
Lo Hagakure non fu molto noto durante gli anni dello shogunato, ma intorno agli anni '30 era divenuto uno dei testi più famosi sul bushidō insegnati in Giappone.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
0
Ancora un post di tenore diverso, ieri serata di festa al dojo della "Bushido karate-do" per il ritorno dei nostri compagni che hanno partecipato al meraviglioso Stage in Giappone alle pendici del Fuji.

Le lacrime di felicità, si sono presto confuse con il sudore, e dopo molti mesi Andrea è tornato a guidare un allenamento di nuovo "tirato".

Più tardi in pizzeria ci siamo beati dei racconti dei reduci, e abbiamo smesso di ridere e scherzare solo dopo l'una di notte.

Preso foto sullo Stage.