lunedì, novembre 30, 2009
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bushido; samurai;
« Ho scoperto che la Via del Samurai consiste nella morte. »
(
Yamamoto Tsunetomo)
Samurai in armi (circa 1860)
Il samurai (侍) era un
militare del
Giappone feudale, appartenente ad una classe nobile. Il nome deriva sicuramente da un verbo, saburau, che significa servire o tenersi a lato e letteralmente significa colui che serve. Un termine più appropriato sarebbe bushi (武士, letteralmente: guerriero), che risale al
periodo Edo. Attualmente il termine viene usato per indicare proprio la nobiltà guerriera (non, ad esempio, gli
ashigaru o i fanti). I samurai che non servivano un
daimyō perché era morto o perché ne avevano perso il favore, erano chiamati
rōnin.
I samurai costituivano una casta colta, che oltre alle arti marziali, direttamente connesse con la loro professione, praticava arti
zen come il
cha no yu o lo
shodō. Col tempo, durante l'
era Tokugawa persero gradualmente la loro funzione militare. Verso la fine dell'era Tokugawa, i samurai erano essenzialmente burocrati dello
shōgun, e la loro
spada veniva usata soltanto per scopi cerimoniali.
Con il
Rinnovamento Meiji (tardo
XIX secolo) la classe dei samurai fu abolita in favore di un
esercito nazionale in stile occidentale. Ciò nonostante, il
bushidō, rigido codice d'onore dei samurai, è sopravvissuto ed è ancora, nella società giapponese odierna, un nucleo di principi morali e di comportamento che parallelamente, nelle società occidentali, è costituito da principi etici di derivazione religiosa.
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